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Festa dei Gitani: in Camargue per Sara la nera

A Les-Saintes-Maries-de-la-Mer si arriva per scelta, perché non si può andare oltre. Due bracci del Rodano avvolgono il villaggio prima di tuffarsi in mare e, tutto intorno, la Riserva Naturale ospita uccelli di ogni genere e cavalli dell’antica razza Camargue. Un piccolo pezzo di terra abitata dove gli immensi spazi si confondono con la linea dell’orizzonte, specialmente nei mesi più tranquilli quando è possibile passeggiare sulle lunghe spiagge accompagnati dal suono delle onde. In estate questo angolo di Camargue offre quaranta chilometri di sabbia fine, ma ci sono anche luoghi di totale pace e tranquillità.

A Les-Saintes-Maries-de-la-Mer si deve però andare a maggio, per partecipare alla Festa dei Gitani: uno dei pellegrinaggi più festosi e suggestivi di Francia.

La Festa dei Gitani

Una tradizione solida e secolare, che si ripete ogni anno fin dal 1484. Due giorni di festa – il 24 e il 25 maggio – durante cui la tranquilla cittadina della Camargue si anima di musiche, balli e colori. Nella settimana delle celebrazioni, migliaia di nomadi mettono orgogliosamente in mostra la propria cultura fatta di tradizioni, allegria e rituali. È un raduno unico nel suo genere che vede il ritrovo di gruppi etnici diversi guidati da un unico scopo: rendere omaggio a Sara la Nera, nonostante ognuno abbracci la propria religione. C’è chi è cattolico, chi protestante, ortodosso ma anche ebreo e induista.

Romanì, provenienti principalmente dalla penisola balcanica e dalla Romania, manouches francesi, kalè iberici, tziganes ungheresi: sono solo alcuni delle principali etnie che ogni anno giungono a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer. Etnie differenti ma accomunate dalla stessa terra di provenienza: le zone settentrionali del continente indiano come il Punjab e il Rajasthan dove sono sempre stati perseguitati. Data la loro natura itinerante, molti si dedicano all’arte orafa, altri alla lavorazione del ferro battuto o alla costruzione di strumenti musicali a corda.

Santa Sara, la protettrice dei nomadi

Il nome del paesino deriva dalle “tre Marie”, tre esuli palestinesi che rispondono al nome di Marie Jacobè, Marie Salomè e Marie Sara. Ma è in onore di quest’ultima che i rom giungono in pellegrinaggio.

Sara, detta anche la Kali, è una santa nera non riconosciuta ufficialmente dal Vaticano. I popoli gitani, però, la considerano la loro protettrice in virtù delle sue origini nomadi. Secondo la leggenda, si tratta di una regina egizia o, addirittura, di una schiava al servizio di Maria Maddalena. La tradizione prevede l’accensione di una candela nella grotta dove si trova la statua di Sara per chiederle miracoli o grazie.

Il momento clou delle celebrazioni durante la Festa dei Gitani, però, sono la messa nel Santuario di Nostra Signora del Mare e la processione. Dopo la funzione animata dall’alternanza di canti malinconici e altri più allegri e ritmati si svolge infatti la processione: la statua di Santa Sara, curiosamente caratterizzata dalla dimensione sproporzionata del corpo rispetto alla testa, al grido di “Vive Saint Sara” viene scortata dai guardiàn, una specie di mandriani dediti all’allevamento dei tori che montano esclusivamente cavalli bianchi. Dalla piazza principale adiacente alla chiesa il corteo procede lento fino alla spiaggia, dove la statua viene portata fino in mare. Il rituale prevede anche il versamento ripetuto della stessa acqua marina sul volto: un gesto che ricorda quello praticato dagli induisti quando si purificano nel Gange.

Lo spettacolo per chi guarda è fatto di abiti tradizionali indossati appositamente per l’occasione, di gioielli elaborati e di musica: le melodie dominanti – spesso improvvisate da piccole orchestrine o bande – arrivano da violini, fisarmoniche e varie tipologie di strumenti a fiato. Il genere musicale più comune è il flamenco, tipico delle popolazioni nomadi. Al ritmo battuto dalle mani si affiancano i movimenti armonici di questa danza che ha trovato la propria codificazione in Andalusia.

Ma lo spettacolo vero è poco fuori dal perimetro urbano, dove ci sono i campi allestiti dai rom; tra carrozzoni e roulotte si svolge l’attività degli artigiani, si canta e si fa giocoleria.

Chi sono le Sante?

Le reliquie di Marie Jacobè, Marie Salomè e Marie Sara furono scoperte nel 1448 e attualmente sono conservate all’interno della Cappella Alta della Chiesa del villaggio in casse che vengono calate durante il pellegrinaggio fino al coro della chiesa.

Secondo la tradizione provenzale, le Sante Marie Jacobè e Marie Salomè fuggirono dalla Palestina durante le persecuzioni e giunsero sulle spiagge della Camargue in compagnia di altri discepoli di Gesù. Mentre i discepoli partirono per evangelizzare la Francia cominciando dalla valle del Rodano, Marie Jacobè e Salomè, donne anziane in quanto madri di apostoli, scelsero di restare a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer.

Le Sante ci sono note dal Vangelo:

  • Marie Jacobè fu la madre di Giacomo il Minore e di Giuseppe, probabilmente anche degli apostoli Giuda e Simone.
  • Santa Marie Salomè fu la madre degli apostoli Giacomo e Giovanni.

Sara, invece, è conosciuta come la serva di Santa Marie Salomè; di origine egiziana e cresciuta in un ambiente benestante, fu probabilmente la moglie di Pilato che l’avrebbe in seguito ripudiata perché convertita alla fede cristiana.

Esiste una versione della storia, presentata dal Marchese di Baroncelli, in cui Sara accoglie le Sante al loro arrivo sulle spiagge della Camargue. In questa variante i gitani sono presentati come i primi abitanti del paese. Questa stesura è messa in discussione in quanto i gitani non appaiono in Francia e in Europa occidentale prima del XV secolo, dunque 1500 anni dopo l’arrivo delle Sante.

Tre Sante, tre pellegrinaggi

 

  • 24 e 25 maggio si svolgono le celebrazioni più famose in onore di Sara.
  • A ottobre – nel week end più prossimo al giorno 22 – c’è la Festa di Santa Marie Salomè. Il sabato pomeriggio si svolge la cerimonia di discesa delle casse nella Chiesa. La sera, sulla spiaggia dietro le arene, si rievoca l’arrivo delle Sante; questo evento è poi seguito da una veglia di preghiera presso il santuario. La domenica, messa solenne nel corso della quale la barca che trasporta le Sante è accompagnata dai membri della Confraternita (fondata con l’approvazione del vescovo di Arles) e vestiti con una casacca blu. La processione arriva fino al mare ed è scortata dai guardiàn a cavallo con le loro insegne, e dai pellegrini.
  • La prima domenica di dicembre, infine, c’è il terzo e ultimo pellegrinaggio dell’anno, quello che riguarda la traslazione delle Reliquie e dedicato alla scoperta dei resti di Maria Jacobè e Maria Salomè. La processione inizia nei pressi della croce di Gerusalemme vicino all’arena e si dirige lungo le piccole vie del villaggio fino alla Chiesa. La domenica, messa solenne seguita dalla cerimonia di risalita delle casse.

Les-Saintes-Maries-de-la-Mer, non solo Festa dei Gitani

Questa cittadina, cuore pulsante della Camargue, ha un fascino tutto suo derivato dal fatto che sembra uscita dal pennello di un pittore. Se durante la Festa dei Gitani la moltitudine di persone distrae dal contesto, nei periodi più tranquilli si può godere delle case bianche e basse che si articolano intorno alla splendida chiesa romanica, dal cui tetto – accessibile al pubblico – si può ammirare il suggestivo panorama circostante, tra tetti e lungomare.

Un giro di 45 minuti circa sul Petit Train Camarguais, invece, ti porterà nei dintorni per vedere i fenicotteri rosa, i tori e i cavalli, e ammirare nelle stradine dell’entroterra le case tipiche della Camargue. Il trenino parte di fronte all’Ufficio del Turismo delle Saintes-Maries-de-la-Mer. Chi preferisce un’esperienza più silenziosa e solitaria, può optare per una passeggiata a cavallo o in calesse. Infine, ogni lunedì e venerdì mattina, sulla stessa piazza che al tramonto si trasforma in un enorme campo da bocce, è piacevole passeggiare tra le bancarelle del mercato dove scovare prodotti locali, ortaggi e frutta, salumi di toro e Vin des Sables, oggetti di artigianato locale e cappelli da buttero.


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CHI SONO

Federica Giuliani

Federica Giuliani, giornalista e storyteller, viaggio per raccontare luoghi e cibi dal mondo. Il blog Travel To Taste è un marchio ®, per scrivere delle mie esperienze di viaggio narrate attraverso profumi e sapori: che si tratti di reportage giornalistici o di storie romanzate, passano sempre attraverso pennellate di colore ed emozione.

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