Il mondo che vorrei: dissertazioni sul razzismo

Sono da poco stata a Parigi e, com’è mia abitudine quando mi trovo in treno o metropolitana, ho colto l’occasione per dedicarmi all’arte dell’osservazione. Ci avete mai provato?

Mi perdo tra i dettagli, immagino storie di felicità e dolore, guardo cosa leggono le persone e tendo l’orecchio per carpire qualcuna delle noti musicali riprodotte nelle cuffie. L’Umanità mi incuriosisce e, ogni volta che noto qualcuno dal volto o le movenze particolarmente interessanti, avrei voglia di avvicinarmi per fare domande: come ti chiami? Che lavoro fai? Qual è il tuo piatto preferito? Sei innamorato?

Così, seduta tra le fermate Plaisance e Champs-Élysées, ho visto una ragazza di colore dal fisico perfetto che ritmava con le dita affusolate e lo smalto azzurro la musica che proveniva dalle grosse cuffie; mi ha incuriosito la cinese con una spessa sciarpa gialla e lo sguardo perso nel vuoto; mi ha fatto sorridere la nera con la borsa variopinta dai tipici disegni centroafricani e le treccine rallegrate da fili metallizzati; mi ha incuriosita l’araba con profondi occhi neri che guardava video di danza orientale e ho sorriso complice alla giapponese salita di corsa con il fiato corto.

Ho visto il mondo variegato che credo dia valore all’esistenza di ognuno di noi, arricchendolo con sfumature sconosciute ma straordinariamente belle.

Poi ieri, parlando con una persona che purtroppo conosco bene, ho chiesto come fosse andata l’esperienza lavorativa in un Paese dell’est Europa poco lontano dall’Italia e lui “Ah bene, è un Paese molto avanti e, soprattutto, non ci sono neri e marocchini per strada. Cioè” ha continuato “non è che io sia razzista, però da noi sono ovunque e non se ne può più.

Ho taciuto a causa dal dovere dettato dalla situazione ma avrei voluto dire “Magari non sei razzista (!!!) ma di sicuro sei uno stronzo.

Come dice questo spezzone di un film del 1943, i diritti delle minoranze devono essere i diritti di tutti perché tutti noi facciamo parte di una minoranza. La sola fortuna che posso dire di avere avuto è quella di essere nata nella giusta area del mondo, in una famiglia sufficientemente agiata e colta da crescermi con una mente aperta. Tutto il resto del mio mondo lo creo ogni giorno, attingendo energia da tutte le persone straordinarie che incontro e isolando gli str****.