Corea degli spiriti

Ogni tre anni Nau deve tornare al proprio villaggio. Non aspettava certo così tanto tempo da una visita all’altra, ma ogni anno bisestile c’è un compito da assolvere molto importante. In Corea sopravvive la tradizione di sistemare all’ingresso di ogni centro abitato i jangseung: totem realizzati in legno per allontanare gli spiriti maligni. Il montaggio e la sostituzione di ogni totem richiede rituali ben precisi.
Innanzitutto è necessario fare una riunione per designare l’uomo che condurrà le cerimonie. Deve essere scelto tra coloro che, in un certo periodo di tempo, non abbia mai visto un corpo senza vita o il sangue di un animale e che sia considerato un individuo fortunato.

spiriti corea

Altre persone, invece, hanno il compito di pulire l’area destinata ai totem, preparare il cibo per le offerte, selezionare e abbattere gli alberi scelti per diventare jangseung, intagliarli con le preghiere e montarli. Devo essere realizzati ed eretti tutti nel medesimo giorno e viene normalmente utilizzato il legno di noce o, a volte, di ontano.
A Nau viene da ridere ogni volta che guarda i volti minacciosi, spesso irridenti, di queste enormi maschere. Con Yon, amica di sempre, trascorrono le lunghe e calde notti estive a raccontarsi storie di spiriti guardando le stelle nel cielo, immaginando il proprio futuro. Nau il proprio lo ha già scelto, faceva l’artista, ma Yon, che ha un fiore di loto nel nome, ha sempre voluto danzare: cosa difficile da realizzare vivendo in una zona rurale.

Nel poco tempo che riescono a trascorrere assieme, le ragazze cercano di costruire, almeno nella propria mente, la vita perfetta. Nessuna delle due agognava a una famiglia, una casa protetta dai jangseung o a tante giare di kimchi in giardino, scorta fondamentale per l’inverno. Desideravano una carriera e un amore con cui esplorare il mondo, per vedere cosa c’è al di là del mare.

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